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Pronto soccorso. Non fatevi cogliere alla sprovvista!

La pelle, garante della nostra integrità fisica, deve fare fronte a innumerevoli aggressioni da parte dell’ambiente: sole, punture d’insetti o di piante, ustioni, fonti di attrito, senza dimenticare i numerosi oggetti contundenti onnipresenti nella vita quotidiana. Queste sollecitazioni ripetute portano inevitabilmente a lesioni di gravità variabile, che spesso richiedono un rapido intervento: da cui la necessità di premunirsi di un’adeguata attrezzatura di pronto soccorso.

Le situazioni a rischio

La portata dell’intervento individuale è naturalmente limitata ai piccoli traumi, come tagli, ustioni superficiali, vesciche, bernoccoli e altre escoriazioni: insomma, tutti quei mali che, senza essere gravi, sono comunque fonte di notevole fastidio. Gli sportivi di buon livello o i semplici escursionisti sono interessati quanto le madri di famiglia nella vita quotidiana.

Alcune semplici misure

Nel caso di un’ustione, la profondità e l’estensione della lesione sono determinanti nella scelta dell’atteggiamento da adottare. In presenza di un’ustione poco estesa di primo o di secondo grado (arrossamento, dolore, talvolta comparsa di bolle), è necessario raffreddare la parte colpita, detergerla e applicare una medicazione grassa. Un’ustione di terzo grado (profonda, ma indolore) dev’essere coperta in modo idoneo, dopodiché il paziente va indirizzato ad un servizio specializzato.

Le piaghe superficiali vanno invece pulite, poi disinfettate con un antisettico. Segue infine l’applicazione di un cerotto adesivo di tipo classico, che va cambiato tutti i giorni per accertarsi che non ci siano infezioni. Una scelta sensata può essere anche un cerotto del tipo «seconda pelle», formato da un primo strato idrofilo (pectina e/o gelatina e/o carbossimetilcellulosa e/o poliisobutilene), che forma un gel protettivo a contatto con i liquidi che fuoriescono dalla ferita; un secondo strato facoltativo in poliestere precede una pellicola esterna in poliuretano. Questa struttura particolare comporta proprietà molto utili per la cicatrizzazione: impermeabilità all’acqua e ai batteri (ma non ai gas), un pH leggermente acido, che inibisce la proliferazione dei germi, e infine una termoregolazione in grado di mantenere un’umidità favorevole. Il cerotto deve rimanere in situ durante i pochi giorni necessari alla cicatrizzazione, fino al momento in cui si staccherà spontaneamente.

Un’attrezzatura adeguata

A casa, in macchina, durante lo sport o il tempo libero, è quindi importante disporre del materiale di base per poter somministrare le cure di pronto soccorso, ovverosia: un antisettico, delle compresse sterili, una benda, dei cerotti, a cui si possono aggiungere eventualmente delle fasce adesive di mantenimento per immobilizzare un arto dolente, una coperta di emergenza, una borraccia ecc. In farmacia sono disponibili vari kit di pronto soccorso, in formati adatti alle diverse attività. Sotto forma di borse, trousse o marsupi, dovrebbero essere sistematicamente presenti nella nostra vita quotidiana. Questi set, particolarmente utili, sono spesso muniti di uno scomparto supplementare, da accessoriare in funzione delle necessità specifiche: è possibile riporvi antalgici, creme riscaldanti, colliri antisettici e lozioni anti-zanzare.

Un caso particolare: le vesciche

La vescica è il risultato di pressioni e di frizioni a carico della pelle, che fanno si che l’epidermide e il derma si riscaldino, poi si separino, facendo fuoriuscire un essudato all’interno di una bolla o flittene. Il comportamento da seguire varia in funzione dello stadio della lesione: arrossamento, vescicola intatta o perforata.
A titolo preventivo, si raccomanda di adattare la durata e il ritmo dell’attività alle proprie abitudini e al materiale utilizzato: attenzione alle associazioni quali calzature nuove e lungo percorso a piedi, racchetta da tennis e sportivo occasionale, manico d’attrezzo e lavoratore poco esperto. Alcune idee pratiche, come calze anti-vesciche (senza cuciture) o calzature sportive più grandi di un numero (il piede si gonfia durante lo sforzo), ed eccovi pronti!

Se queste precauzioni risultano insufficienti e la cute si presenta arrossata e dolente, si può proteggerla con un cerotto idrocolloidale del tipo «seconda pelle», di cui si è parlato poc’anzi. Grazie alla sua consistenza elastica questo cerotto può essere applicato anche sulle zone difficili. La sua aderenza è ottimale sulla pelle pulita e asciutta (passare un tampone imbevuto d’alcool sull’area interessata per «sgrassarla»).

Una volta formata la vescica, è preferibile non forarla, perché il suo contenuto sterile preserva la pelle dalle infezioni. Il liquido protegge il derma dalle eventuali abrasioni, favorendo la cicatrizzazione. Si cercherà quindi di risparmiare la vescica coprendola con un cerotto idrocolloidale che, in caso di rottura della bolla e a contatto con il liquido, verrebbe a formare un gel protettivo. Se la vescica è troppo gonfia, si può applicare un cerotto cavo al centro, per trasferire la pressione alla periferia della lesione. Attenzione alla prassi che consiste nell’inserire un filo da cucito nella vescicola con un ago! E’ assolutamente da evitare.
Infine, una vescica aperta va trattata come una normale piaga (v. sopra).

Un attento monitoraggio

Bisogna sempre controllare l’evoluzione della lesione per prevenire le complicanze infettive. In presenza di un trasudato purulento, con tumefazione e fitte, è opportuno applicare una pomata o una compressa grassa antibiotica, sostituendo il cerotto ogni due giorni. In questo caso specifico vanno evitati i prodotti idrocolloidali.

I cerotti idrocolloidali: perchè?

  • Una seconda pelle efficace contro le aggressioni meccaniche.
  • Un film che protegge dai batteri.
  • Una struttura elastica adatta alle zone difficili.
  • Una protezione impermeabile all’acqua, che consente le normali operazioni di toilette, senza sporcare la ferita.
  • Un’applicazione indolore e per lo più una tantum, perché il cerotto ha una tenuta di alcuni giorni.
  • Una trasparenza che è garanzia di discrezione.

Alcuni soggetti, come i diabetici o chi segue una corticoterapia di lunga durata, hanno difficoltà di cicatrizzazione. In tutti questi casi è necessario essere vigili e consultare il medico in caso di infezione. In genere, si deve adottare lo stesso atteggiamento se l’infezione persiste, a prescindere dal soggetto interessato.

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