Per una salute di ferro

    La scoperta e l’uso del ferro risalgono alla notte dei tempi. Già 3000 anni prima di Cristo, gli antichi Egizi bevevano l’acqua utilizzata per raffreddare oggetti in ferro battuto. I suoi effetti benefici in caso di fatica erano ben noti. Nella Grecia antica numerosi tonici contenevano questa sostanza. Eppure, come ha mostrato un’indagine della Nestlé, circa un miliardo di persone soffre tuttora di carenza di ferro. Questa colpisce tutti i ceti sociali, sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli industrializzati. I bambini, gli adolescenti e le donne in età di procreare, specialmente quelle con mestruazioni abbondanti, durante la gravidanza o l’allattamento, fanno parte dei gruppi a forte rischio. Ne fanno pure parte gli sportivi, i grandi bevitori di caffé e i vegetariani (le migliori fonti di ferro sono infatti di origine animale: carne, tuorlo d’uovo, molluschi, crostacei, ecc.). Si deve tuttavia tener presente che la biodisponibilità del ferro di origine vegetale (presente soprattutto nelle leguminose e nei frutti oleaginosi e secchi) è migliorata dall’assunzione simultanea di alimenti ricchi di vitamina C. Dato che il ferro è un oligoelemento indispensabile per la formazione dei globuli rossi, la sua carenza provoca l’anemia, i cui sintomi sono :

    • pallore, fatica, mancanza di energia e di resistenza allo sforzo, predisposizione alle infezioni.
    • I sovraccarichi dovuti al ferro sono estremamente rari. Possono manifestarsi in caso di emocromatosi (malattia ereditaria caratterizzata da una cattiva regolazione dell’assorbimento intestinale di questa sostanza), di frequenti trasfusioni sanguigne, d’alcolismo cronico e di assunzione di forti dosi di ferro in modo prolungato e senza motivo.