Imbarazzante per il soggetto interessato (sempre che ne sia consapevole), fastidioso per chi gli sta vicino, l’alito cattivo perturba notevolmente la vita quotidiana. Può provocare disagio, scarsa autostima, isolamento e anche compromettere il successo sociale.
Il problema dell’alito cattivo o alitosi è molto diffuso e interessa entrambi i sessi e tutte le fasce d’età. Problema più che mai attuale nella nostra epoca, che non tollera il benché minimo errore nei contatti sociali, l’alitosi è un problema vecchio quanto l’umanità: nell’Antichità, ne parlava già Ippocrate, che consigliava di neutralizzarlo con sciacqui del cavo orale. L’alito può essere transitoriamente alterato dal consumo di aglio, cipolla, cibi grassi, bevande alcoliche, ecc.
È molto raro, invece, che l’alitosi persistente sia dovuta a disturbi digestivi. Per lo più la causa è un’igiene orale inadeguata, un’infiammazione o un’infezione della mucosa orale o una patologia del naso o dei seni nasali.
Una volta esclusa o eliminata la causa, se il problema persiste, si consiglia di ricorrere a un collutorio contenente zinco e clorexidina. I batteri presenti nel cavo orale scompongono i resti di cibo con la conseguente produzione di gas solforati maleodoranti. Questo collutorio agisce per 12 ore impedendone la formazione o neutralizzandoli. Una soluzione semplice e sicura per un problema di difficile gestione.