Per essere un buon comunicatore bisogna innanzi tutto saper attingere le informazioni dal proprio interlocutore. Nella vita pratica, spesso cadiamo nel tranello di argomentare, talvolta anche in forma «aggressiva», anziché fare domande al nostro interlocutore. Vediamone un esempio: «Sei ancora in ritardo, è inammissibile». Questo modo di procedere fa sì che il destinatario del messaggio si metta sulla difensiva. Facendogli delle domande, gli lasciate invece la possibilità di giustificarsi, senza che questo implichi necessariamente l’accettazione della sua risposta. Riprendendo l’esempio di prima: «Avevamo appuntamento alle 19, sono le 19:30, cos’è successo?»
Non dimentichiamo che la nostra collera, che ci ha indotti a comunicare in modo aggressivo, non fa altro che far adirare il nostro interlocutore, con un esito tutt’altro che costruttivo.
Le domande aperte
Per poter ottenere delle informazioni, bisogna privilegiare il ricorso alle domande aperte, che obbligano ad una risposta articolata, che ci consente di conoscere meglio la persona.
Per esempio: «Cosa ti è successo?». Le domande chiuse sono utili per avere delle precisazioni. In tal caso la risposta sarà solo «sì» o «no». Per esempio: «C’erano dei rallentamenti di traffico in autostrada?»
Allenandosi nell’«arte» di fare domande, si progredisce nella comunicazione e si aumenta al massimo la possibilità di mantenere relazioni sane.
Con l’augurio di una comunicazione sana e benefica.