Si distinguono le verruche volgari (sporgenti), piane (con una superficie relativamente liscia), plantari, genitali, ecc. Come qualsiasi dermatosi virale, le verruche sono contagiose per semplice contatto, ma il grado di contagiosità dipende dal tipo di virus, dalla localizzazione e dallo stato immunitario del soggetto. In certi casi tendono a proliferare per auto-inoculo (trasporto del virus da un punto all’altro quando la persona si rade o si gratta ecc.). Le verruche spariscono spontaneamente, ma talvolta solo dopo alcuni anni. Le recidive sono peraltro frequenti, in particolare nelle persone immunodepresse.
Nella medicina tradizionale, il trattamento delle verruche implica l’applicazione topica di un apposito prodotto (acido salicilico, tretinoide ecc.), la distruzione mediante crioterapia (neve carbonica, azoto liquido) o elettrocoagulazione con laser ad anidride carbonica.
L’aiuto delle medicine dolci
Ecco quanto propone la nutriterapia:
- Se il problema è importante, con presenza di numerose verruche, vitamina A a dosi elevate, su ricetta medica. Questa vitamina esplica un’azione cheratolitica (distrugge la cheratina cutanea, presente in quantità eccessiva nelle verruche);
- In caso di verruche recidivanti, sostanze immunostimolanti, come la vitamina C e l’acido gamma-linolenico, sotto forma di olio di borragine o di enotera (in capsule). Questo acido grasso, la cui sintesi naturale diminuisce in caso di infezioni virali, svolge un ruolo importante nel funzionamento del sistema immunitario.
Per l’omeopatia il rimedio di elezione delle verruche è Thuya. Per la profilassi, si consiglia una dose alla 9 CH ogni dieci giorni. Per la terapia, si associano 4 granuli di Thuya 5 CH, più volte al giorno, a un altro rimedio antiverruche (alla stessa posologia e diluizione), scelto in funzione della localizzazione della o delle verruche: Antimonium crudum (pianta dei piedi, dita), Dulcamara (viso e dorso delle mani), Sabina (regione genitale ed anale) ecc.
