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L’omeopatia: una medicina con un grande futuro…

Alcuni riferimenti

Il principio fondamentale dell’omeopatia è semplicissimo. Similia similibus curantur, dicevano gli Antichi: «Il simile cura il simile». Semplificando, una sostanza che a forti dosi provoca disturbi ad un soggetto sano è anche in grado di guarirli a basse dosi.

Verso la fine del XVIII secolo Hahnemann, un medico tedesco, elaborò questa teoria sperimentando su di sè numerosi composti animali, vegetali o minerali, di cui defini la tossicità. Hahnemann trovò il modo di ovviare a quest’ultima attraverso la pratica sistematica della diluizione, studiando poi la sensibilità particolare dei pazienti e la loro propensione a sviluppare determinate malattie: cosi nacque l’omeopatia.

In concreto…

Secondo le patologie considerate, l’omeopatia si prefigge quindi di trattare sia il sintomo che il terreno, ovverosia l’acuto e il cronico, l’aspetto fisico e quello psichico. Per attuare questa strategia, il medico dispone di un numero considerevole di sostanze di base (i cosiddetti ceppi), diversamente diluite. La tintura madre (TM) si ricava mettendo a contatto la materia prima con un solvente (per lo più alcool e acqua); una parte di TM in 99 parti di alcool dà luogo, previa dinamizzazione, alla diluizione 1 CH (centesimale hahnemanniana), una parte di 1 CH in 99 parti di alcool alla 2 CH ecc. La sigla DH sta per «decimale hahnemanniana».

Queste diluizioni non devono essere assimilate a dosaggi: la 15 CH non è più «forte» della 5 CH. Sono solo le indicazioni che sono diverse. Per esempio, le basse diluizioni (la 4 o la 5 CH) trattano i sintomi acuti o locali, le medie diluizioni (la 7 o la 9 CH) dei fenomeni a carattere più generale e le alte diluizioni (15 o 30 CH) i problemi cronici o psichici. A titolo informativo, un farmacista russo di nome Korsakov ha sviluppato un altro metodo di diluizione, tuttora in uso e contrassegnato da una «K» al posto del consueto «CH».

Medicinali affidabili

Oggi l’omeopatia non deve più essere considerata solo una medicina alternativa per le donne incinte o i bambini. I suoi rimedi sono medicinali nel vero senso della parola e possono essere utilizzati da tutti, anche in medicina veterinaria.
I rimedi omeopatici sono prodotti con lo stesso rigore dei farmaci allopatici (tradizionali). Le materie prime sono conformi alla Farmacopea Europea (la quale raccoglie tutte le sostanze attive che possono entrare nella composizione dei medicinali) e sono soggette a normative molto severe nei diversi stati del processo produttivo.

Come per l’industria farmaceutica classica, la ricerca, clinica o fondamentale, occupa un posto importante, per confermare scientificamente l’efficacia dei trattamenti omeopatici e per capire i meccanismi d’azione delle alte diluizioni. Questo convergere di competenze produce un gran numero di medicinali per la prescrizione medica e per la quotidiana attività di consiglio del farmacista o del droghista. Infatti, se è vero che l’omeopatia non cura tutto, agisce comunque su numerosi sintomi e può anche essere utilizzata in parallelo a determinati trattamenti allopatici.

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