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I trapianti d”organi, una storia di successi crescenti

In Italia, durante il Rinascimento, il medico Tagliacozzi asseriva già che il carattere singolare dell’individuo impedisce sostanzialmente di prelevare dei tessuti da una persona per trapiantarli su un’altra. Il rigetto rimarrà l’ostacolo principale fino alla scoperta della ciclosporina negli anni ‘80.
Prima del secolo scorso erano già stati fatti diversi tentativi, con esiti più o meno fortunati. Tra il 1900 e il 1950, i progressi della chirurgia hanno consentito di trapiantare un numero crescente di organi o tessuti. I pazienti, però, continuavano a morire, in tempi più o meno lunghi. A partire dal 1950, l’acquisizione di nuove conoscenze nel campo dell’immunologia rende possibili alcuni successi spettacolari. All’epoca non esistevano ancora trattamenti antirigetto efficaci. Una trentina d’anni fa, il primo farmaco a base di ciclosporine ha aperto la strada a nuovi sviluppi. Un numero crescente di pazienti può attualmente beneficiare di queste tecniche, con risultati positivi. Oggi come oggi, il ricorso ai trapianti d’organi si è generalizzato e i donatori sono ampiamente insufficienti.  La ricerca è ormai imperniata su tecniche sostitutive come le cellule staminali o l’impiego di organi animali.

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