Il coenzima Q10, un carburante per le cellule

Il coenzima Q10, noto anche come ubichinone, è naturalmente presente in tutte le cellule dell’organismo. È essenziale per la loro produzione di energia. Le sue forti proprietà antiossidanti proteggono l’organismo dagli effetti nocivi dei radicali liberi. Purtroppo il suo livello ematico diminuisce con l’età e nelle persone che assumono farmaci anticolesterolo. L’integrazione è quindi consigliata in alcuni casi.

Ciò nonostante, come abbiamo visto, il coenzima Q10 è innanzi tutto una sostanza chiave del metabolismo energetico delle cellule. Più precisamente, trasporta l’ossigeno necessario alla combustione dei nutrienti nei mitocondri (la centrale energetica della cellula). Non c’è quindi da stupirsi se le cellule muscolari, cardiache e nervose, grandi consumatrici di energia, sono ricche di mitocondri. Il fabbisogno di coenzima Q10 risulta pertanto particolarmente elevato in questi tessuti.

In ambito cardiovascolare è efficace contro l’ipertensione arteriosa e la sua azione a sostegno del cuore, in caso di insufficienza cardiaca e angina pectoris, diminuisce i rischi di infarto miocardico. In odontoiatria il coenzima Q10 aiuta a prevenire e a combattere le infiammazioni gengivali e la parodontosi.

Quando dovrei prendere in considerazione l’assunzione di un integratore di coenzima Q10?

Il coenzima Q10 è indicato in tutti i casi in cui il metabolismo energetico delle cellule è molto sollecitato o rallentato. A partire dall’età di 30 anni, la produzione endogena (da parte dell’organismo) diminuisce progressimente nei tessuti ad elevata attività energetica, quali i muscoli, il cervello e il fegato.

Anche le sollecitazioni psichiche o fisiche incrementano il fabbisogno energetico delle cellule. La sintesi del coenzima Q10 da parte dell’organismo risulta inoltre inibita nelle persone che assumono regolarmente delle statine (farmaci ipocolesterolemizzanti).

Il coenzima Q10 si trova in piccole quantità in alimenti come noci, mandorle, carne e pesce. Poiché il contenuto è piuttosto basso, esistono preparati che offrono una biodisponibilità e un dosaggio ottimali. A questo proposito, uno studio clinico ha messo in evidenza che tale sostanza viene meglio assimilata quando si presenta in forma di microemulsione liquida piuttosto che in polvere.

Rita Ducret-Costa
Caporedattore di vitamag®, farmacista laureata all'Università di Bologna, nutrizionista e omeopata.

Articoli Correlati

- Annuncio pubblicitario -

Articoli Recenti