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Ahi, dolore!

Oggigiorno esistono numerosi strumenti farmacologici per alleviare il dolore, i cosiddetti analgesici o antalgici, dall’acido acetilsalicilico (AAS) ai potenti derivati della morfina.

Il pilastro degli antalgici è il paracetamolo, che agisce sulla sintesi delle prostaglandine. Pur non avendo un’azione antinfiammatoria, è un ottimo analgesico e antipiretico (fa scendere la febbre). Ben tollerato, può essere prescritto anche ai bambini piccoli e alle donne in allattamento. Si osservi peraltro che il paracetamolo è disponibile anche in una forma galenica molto pratica: una compressa che può essere assunta senz’acqua, poiché si scioglie sulla lingua nell’arco di un minuto. La soluzione ideale durante i viaggi!

Talvolta, però, l’azione antinfiammatoria può essere necessaria per sedare il dolore.

L’AAS e l’ibuprofene svolgono bene questa funzione, sebbene possano provocare degli effetti collaterali (irritazione della mucosa gastrica, allergie) e presentino delle controindicazioni (fragilità di stomaco, asma).

Attenzione agli abusi

Per essere razionale, l’utilizzo degli analgesici deve osservare alcuni principi.

Innanzi tutto, bisogna identificare la causa del dolore, la sua tipologia e, naturalmente, non trascurare l’età e i precedenti terapeutici del soggetto. Vanno inoltre prese in considerazione le eventuali interazioni farmacologiche.

Si ricordi sempre che tutte queste sostanze sono dei farmaci e, come tali, possono provocare complicanze in caso di uso improprio o abuso. In presenza di dolori cronici è assolutamente necessario consultare il medico.

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