Lo spazio interdentale, sede privilegiata della carie

Già nell’età della pietra l’uomo era solito pulirsi i denti con ramoscelli o pezzetti di legno. Con il passare del tempo, questi strumenti rudimentali hanno ceduto il passo agli attuali strumenti high-tech. Oggi disponiamo inoltre di vari accessori appositamente studiati per l’igiene degli spazi interdentali.

Quali accessori? Per quali applicazioni?

Esistono vari tipi di filo interdentale. Per i principianti, o per chi ha i denti strettamente addossati, la soluzione ideale è il filo dentale cerato, che scivola meglio sullo smalto. Viceversa, l’azione pulente del filo interdentale non cerato è migliore, perché non lascia depositi di cera sui denti, anche se tende a sfilacciarsi e il suo utilizzo richiede un po’ di esperienza. Il filo interdentale è molto efficace per l’igiene degli spazi interdentali. Se male utilizzato, tuttavia, rischia di danneggiare la gengiva. Per questo motivo, prima di lanciarsi, è preferibile chiedere ad una persona competente una dimostrazione del corretto utilizzo.

Per gli apparecchi dentali a bracket incollati, esistono particolari fili interdentali espansi, dall’estremità rinforzata per facilitarne l’inserimento. Il filo, morbido e simile a lana, presenta una mag­giore superficie di contatto, e pulisce perfettamente la zona dei bracket.

Gli scovolini interdentali sono formati da un filo metallico munito di piccole spazzole. Ne esistono di più o meno grandi, per adattarsi alle dimensioni degli spazi interdentali. Per gli spazi aperti gli scovolini sono più efficaci del filo interdentale.

Gli stuzzicadenti e i brush-stick sono particolarmente adatti in caso di elementi dentali mancanti. Anche i bastoncini di ovatta consentono l’applicazione di soluzioni.

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